UN TRENO PER DUE COREE

 

   Dopo più di cinquant'anni, un treno potrebbe attraversare il confine fra le due Coree. I collegamenti ferroviari tra le due parti della penisola sono stati interrotti dalla guerra del 1950-1953. Un conflitto che tecnicamente è ancora in corso, perché alla firma del cessate il fuoco non seguì mai un trattato di pace.

   Giovedì, i rappresentanti delle due nazioni hanno dato il via libera al primo viaggio del treno, previsto per il 17 maggio. Due convogli dovrebbero partire dai rispettivi Paesi, attraversare la Linea Demilitarizzata e percorrere qualche chilometro nel territorio del vicino. Poco più di venticinque chilometri per ogni tragitto, ma un passo da gigante - secondo le dichiarazioni ufficiali - sulla strada della riconciliazione. Un percorso iniziato nel 2000, con il primo storico incontro fra l'allora presidente sudcoreano Kim Dae Jung e il Caro Leader nordocoreano Kim Jong Il, poi bruscamente interrotto dal test nucleare effettuato da Pyongyang nello scorso ottobre. Sotto la pressione delle sanzioni economiche internazionali, e in particolare degli Stati Uniti, il regime del Caro Leader ha poi accettato di chiudere il reattore, in cambio di sostanziosi aiuti economici. Il che non significa che l'abbia ancora fatto: gli accordi prevedevano che ogni attività fosse interrotta entro aprile, ma a quanto pare nulla è stato ancora fatto in proposito.

   La riapertura dei binari avrebbe un forte impatto economico sulle due nazioni. Per la Corea del Sud significherebbe, nel futuro, la possibilità di accedere alla rotta ferroviaria transiberiana, e quindi all'Europa, senza passare per la lunga e più costosa via marittima. Per la Corea del Nord, invece – che dall'affare avrebbe già guadagnato ottanta milioni di dollari in aiuti, donati dal Seul – l'acerrimo nemico diventerebbe una porta di accesso per il turismo internazionale. Occhi puntati sul 17 maggio, dunque. La cautela però è d'obbligo: è dal 2004 che le due Coree annunciano la riapertura della linea ferroviaria, ma gli accordi sono sempre saltati all'ultimo momento. Bisogna quindi aspettare qualche giorno per vedere se, questa volta, i treni partiranno davvero.

 

C.S.

 

www.peacereporter.net del 11 maggio 2007

 

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