ARGENTINA – FINITA
LA FESTA
Lo stesso tribunale che giudicò
nel 1985 gli ex comandanti della giunta militare argentina, Jorge
Rafael Videla e Emilio Eduardo Massera,
condannandoli all'ergastolo, ha annullato l'indulto concesso nel 1990 da Menem. Finalmente, i responsabili della sparizione di oltre
30 mila persone saranno costretti a passare il resto
della loro vita dietro le sbarre.
Con un colpo di spugna. La Camera federale
in seduta plenaria ha dichiarato incostituzionale l'indulto dispensato a tutti
i comandanti di quello che fu il gruppo di potere che
piegò l'Argentina a sangue e fuoco fra il 1976 e il 1983.
“I fatti illeciti emersi dal sistema
clandestino di repressione messo in atto dalla dittatura militare, che usurpò
il potere ,risultano impossibili da amnistiare”, ha
dichiarato il tribunale. Una decisione che implica che gli
aguzzini “perdonati”da Carlos Menem
dovranno scontare la pena decisa dalla stessa Camera 22 anni fa.
La sentenza è quindi simbolicamente molto
importante e andrebbe a colpire tutti i militari
coinvolti nel golpe, ossia anche Roberto Eduardo Viola, Armando Lambruschini e Orlado Ramón Agosti, ma che invece va a toccare soltanto Videla e Massera, dato che del
gruppo del terrore sono gli unici ancora vivi.
Questa volta non si scappa. Rafael Videla è agli arresti domiciliari per la sua compromissione nel Plan Condor, la “cooperazione” a
delinquere fra le dittature del Cono Sud messa in atto negli anni settanta e
ottanta, mentre Emilio Eduardo Massera, in seguito a un'emorragia cerebrale avuto nel 2002, è stato dichiarato
“incapace di intendere e di volere”, tanto che nelle varie cause è stato
dichiarato non sano di mente e quindi non perseguibile. Un appiglio che questa
volta non basta però. I giudici hanno spiegato che Massera
deve finire la sua condanna perché nel momento in cui fu pronunciata era nel
pieno delle sue facoltà. Non resta che da decidere se i due potranno godere degli arresti domiciliari o se verranno trasferiti in
cella.
Questa non è la prima volta che la Giustizia
argentina dichiara incostituzionale l'indulto ai repressori dell'ultima
dittatura. Molti giudici hanno a più riprese annullato i benefici ricevuti dai
predecessori di Menem, ma puntualmente
Giustizia ingiusta. “C'è un obbligo per lo
stato, un imperativo, che deriva dal diritto internazionale e che consiste
nell'investigare, giudicare e sanzionare i
responsabili di gravi violazioni dei diritti umani. La necessità impellente di
evitare che tali atti si ripetano dipende, in gran
parte, dall'evitare l'impunità e dal soddisfare il diritto delle vittime e
della società a conoscere tutta la verità”, hanno dichiarato i giudici nel
pronunciare la decisione, specificando che storicamente l'indulto serviva per
riparare “delitti minori che però, sembravano destinati ad avere pene
sproporzionate alla colpa, ma mai e poi mai per i crimini più gravi quali
l'omicidio”. In questo caso, invece, Videla e Massera sono persone che con un colpo di stato hanno preso il potere e per quasi un decennio hanno pianificato la
sparizione forzata di migliaia di cittadini. Una condotta che
nel 1985 portò loro una condanna all'ergastolo e il pagamento di grosse
riparazioni. Eppure, il 29 dicembre 1990, dopo solo
cinque anni di pena, Menem concesse loro l'indulto.
Menti criminali. Le ultime barriere sono
però ormai cadute. Dopo aver cancellato nel 2005 le leggi Obediencia
Debida e Punto Final,
approvate dal governo di Raul Alfonsin e che
impedivano di indagare sulle centinaia di militari e agenti coinvolti nella
repressione, oggi l'Argentina può togliersi anche la soddisfazione più grande:
veder finalmente dietro le sbarre, per il resto della loro vita, i due uomini
da cui tutto ebbe inizio.
S. S.
www.peacereporter.net
del 27 aprile 2007