“Questa è la nostra vittoria, la vittoria
del nostro popolo. E’ un tributo per tutti i Boscimani
che sono morti per Sentenza. La corte di Lobatse si è pronunciata (con un verdetto non unanime)
giudicando incostituzionale il programma di espulsione
dei Boscimani dalla riserva del Kalahari,
portato avanti dal governo nel 2002. Di conseguenza, il
popolo più antico dell’Africa subsahariana ha il
diritto di poter tornare nella riserva, abbandonando i centri abitati esterni
alla riserva dove i Boscimani vivono ormai da 4
anni. E poco importa, come ricorda Gakelebone,
che secondo il tribunale il governo non sia tenuto a
fornire assistenza ai Boscimani all’interno del Kalahari: “Questo è nulla in confronto alla vittoria di
ieri – ricorda Jumanda – ed è solo una delle tante
questioni da risolvere. Ma vorrei ricordare che anche prima dell’espulsione
la nostra comunità era perfettamente
autosufficiente. Avevamo le nostre strutture, e torneremo
a costruirle. Da Gaborone non ci aspettiamo nulla”. Boscimani. Ormai poco più di
mille, i Boscimani del Kalahari
sono gli ultimi discendenti di una comunità di cacciatori che hanno vissuto
in Botswana per 20 mila anni. L’arrivo dei Bantu
dall’Africa centrale prima e dei colonialisti poi fu
uno choc per le comunità cacciatrici del Kalahari, destinate a perire o a essere assimilate. Oggi,
circa 100 mila Boscimani vivono in Botswana e in Namibia, ma poco
più di un migliaio continuano a seguire le antiche usanze. L’ultimo, decisivo
colpo a questa antica comunità sembrava quello
inferto nel 2002 dal governo, che aveva deciso di espellere dalla riserva i Boscimani perché, con il loro stile di vita, minacciavano
l’ecosistema e la fauna della riserva. Una motivazione che i Boscimani hanno sempre respinto,
accusando il governo di volersi appropriare delle loro terre per i ricchi
giacimenti di diamanti ospitati nella regione. Festeggiamenti. Il governo del Botswana ha accettato la sentenza, dichiarando che non si
appellerà. Un’eventualità che, stando a Jumanda, non ha mai preoccupato più di tanto i Boscimani: “In questo momento vogliamo solamente
festeggiare questo storico momento. Nessuno potrà più disconoscere i nostri
diritti su quelle terre”. In effetti la sentenza era
vista alla vigilia come un test storico anche a livello internazionale,
perché avrebbe stabilito un precedente sulla possibilità o meno dei governi
di rimuovere legalmente una comunità dalla propria terra di origine. I Boscimani si augurano che la sentenza possa ora aiutare
anche gli altri popoli indigeni che lottano per i loro diritti in tutto il
mondo. “E ora scusate – conclude ridendo Jumanda – ma abbiamo da fare. Dobbiamo organizzare i
festeggiamenti. Per l’occasione, arriveranno anche i nostri fratelli dalla Namibia”. www.peacereporter.net del 14 dicembre 2006 |