L’AMERICA DEL SUD SENZA FRONTIERE

 

Un accordo fra dodici paesi del Sud America ha aperto i confini alla libera circolazione: entro il limite temporale di novanta giorni, qualsiasi sudamericano potrà viaggiare liberamente in ogni stato del continente, ad eccezione della Guyana Francese, che invece continuerà a imporre l’esibizione del passaporto.

 

I dodici paesi. Una nuova concezione di cittadinanza sudamericana, dunque, che coinvolge Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Guyana, Paraguay, Perù, Suriname, Uruguay e Venezuela. Basterà la carta d’identità.

Il parere. La filosofia che ha spinto i singoli rappresentanti di stato a firmare la nuova normativa migratoria è quella di incrementare il turismo regionale e i contatti commerciali.

“Vogliamo che per la nostra gente sia facile muoversi fra i paesi della regione - ha dichiarato il ministro degli Esteri cileno Alejandro Foxley – Pensiamo che questa misura potrà aiutarci a conoscere meglio la realtà degli altri paesi in modo da arrivare finalmente a capirci”.

 

Libertà, ma vigilata. Il testo dell’accordo contiene un avvertimento, però: l’eliminazione del visto turistico non implica che i viaggiatori potranno astenersi dal rispettare le regole sanitarie, doganali e tributarie del paese in cui sono diretti. Non solo: le nuove regole non permettono a chi viaggia in un altro paese di esercitare attività professionali o commerciali remunerate e lasciano comunque alle autorità di ogni stato il diritto di negare l’ingresso a persone che non possono uscire dal loro paese di origine.

 

In vista dell’8 dicembre. Un primo passo importante, dunque, scaturito appunto dalla riunione dei ministri degli Esteri tenutasi lo scorso fine settimana a Santiago del Cile. Sul tavolo, oltre all’integrazione fisica, anche quella energetica, dei 12 paesi che compongono la Comunità sudamericana delle nazioni. In scaletta anche temi come il rafforzamento del dialogo e della coordinazione politica del cono sud, la convergenza dei processi di integrazione, la costruzione di una rete efficiente di trasporti e infrastrutture regionali, meccanismi di finanziamento di respiro regionale e una serie di politiche sociali comuni.

Si è trattato, comunque, di una riunione preliminare in vista del prossimo summit dei capi di stato del blocco sudamericano, che si terrà l’8 e il 9 dicembre a Cochabamba, in Bolivia. In quell’occasione verranno vagliati, oltre alle nuove proposte varate a Santiago, anche gli sviluppi delle iniziative comuni lanciate nel primo summit, svoltosi nel 2005 a Brasilia.

 

Stella Spinelli

 

www.peacereporter.net del 30 novembre 2006

 

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