CASA E BANCOMAT, l’IMMIGRATO SI SCOPRE CETO MEDIO |
Vogliono
una casa di proprietà. Hanno una macchina, un
televisore ma soprattutto un cellulare. In futuro acquisteranno un computer.
Sono gli immigrati residenti fotografati dall'indagine del Censis promossa dalla società di consulenza E-st@t Gruppo
Delta. Sono quelli che ce l'hanno fatta, quelli che,
giunti nel nostro Paese da almeno 5-6 anni, hanno superato il problema del
giorno per giorno, della mera sopravvivenza. Ora hanno un lavoro, per lo più
da operaio, oppure si sono messi in proprio grazie al ricorso al credito che
è difficile da ottenere ma non impossibile. E adesso che la loro famiglia è
qui, che i loro figli frequentano le scuole italiane, l'idea di tornare nel
loro Paese svanisce e emergono voglie, desideri,
progetti. La particolare vitalità di questi immigrati (l'indagine ne ha intervistati 800), secondo il segretario generale del Censis, Giuseppe De Rita, ricalca, quella degli italiani
negli anni '60, quel «ceto medio» vivace e propositivo di cui hanno
perfettamente «assorbito il modello». Si parla di una fascia il cui reddito
medio si colloca fra il 40-45% di quello nazionale. Il 61% ha un conto
corrente, il 41% un bancomat. Circa il 12% è
proprietario di una casa. Gli altri vi aspirano, anche perché quasi la metà del loro reddito è speso in alloggio e vitto. È per questo che l'11% ha già richiesto un mutuo e il 18%
prevede di farlo a breve. Il principale canale di finanziamento utilizzato
sono le banche (38%) e le società finanziarie (30%). Ma
c' è ancora molta strada da fare: «Bisogna aiutare le donne - spiega Andrea Magri, amministratore delegato del Gruppo Delta -:
sono state loro a convincere gli uomini a restare per garantire un futuro ai
figli. Per i loro progetti, come la gestione di asili
che possano consentire loro di lavorare, metteremo a disposizione finanziamenti
per un milione di euro». L'integrazione nella società è l'unico modo per far
uscire le donne da un microcosmo fatto di ignoranza e
violenza: «Per questo - dice Souad Sbai, direttrice del mensile Al Maghrebya
- al governo propongo di rendere obbligatoria l'alfabetizzazione
per gli immigrati che vogliano il permesso di
soggiorno». Tra le sorprese di questo ceto emergente c'è anche il ricorso al
credito per il consumo: il 54% s'indebita per poter risparmiare. Ma il
prestito viene usato anche per acquistare beni di
consumo tra cui spicca il telefonino, posseduto dal 93,3%, il televisore
(82,9%), i mobili per la casa (79,5%). In cima ai desideri c'è il personal
computer (12,8%). «Il pc serve per lavorare da casa
- spiega José Galvez,
direttore del quindicinale via Internet Impresaetnica.it, nato per informare gli immigrati
imprenditori - ma anche per telefonare a basso costo e per fornire, ai figli
che lo sapranno usare, uno strumento per crescere e competere». «C'è molta
adrenalina in questo nuovo ceto medio - spiega Giuseppe Roma, direttore
generale del Censis - quella che ormai manca agli
italiani». Antonella Baccaro Corriere della Sera di venerdì 24 marzo 2006 |