Il falso scoop e i
ministri indignati
«Su
TelePadania, e solo lì, questa settimana passano le immagini di decine di extracomunitari che in una piazza di una città italiana
brindano e ballano per festeggiare l'attentato di Londra», scrive furente sulla
Padania Roberto Castelli. «Sono contenti,
evidentemente perché un po' di cani infedeli sono stati fatti a pezzi. Per
queste immagini si indignano solo gli uomini della
Lega. Per gli altri media, tutti gli altri, la notizia non esiste neppure».
Verissimo, signor ministro: infatti si tratta di una bufala.
Padana, ma bufala. Sia chiaro: con l'aria che tira una
manifestazione di esultanza per le bombe di Londra dovrebbe essere repressa con
la massima durezza. Chi istiga a delinquere va colpito senza pietà, l'acqua
torbida in cui nuota il pesce terrorista va prosciugata e il Corriere, al
contrario di quanto scrive il Guardasigilli, ha sempre avuto su questi temi
posizioni nette: niente indulgenze. Detto questo, con l'aria
che tira, è bene inquadrare i nemici senza sollevare polveroni. Anche
Winston Churchill, dopo la dichiarazione di guerra
mussoliniana, disse degli italiani immigrati: «Acciuffateli tutti». E finirono in
galera, per poi morire sull'«Arandora Star» affondata dai tedeschi, mentre venivano avviati a un campo di prigionia canadese, anche esuli
anti-fascisti come Decio Anzani ed ebrei rifugiatisi in Inghilterra dopo le
leggi razziali come Umberto Limentani. Guai a fare di ogni
erba un fascio. Tanto più se fai il ministro. Più il
nemico è insidioso, più devi pesare le parole. Ma partiamo dall'inizio. Siamo a
Cento, un paesotto tra Ferrara e Bologna. È venerdì 8 luglio. Un uomo racconta a un cronista del quotidiano regionale: «Mentre
l'Inghilterra piange e l'Italia trema, qualcuno giovedi sera ha ballato. Vedere
quella scena mi ha fatto male al cuore. Era mezzanotte e nel piazzale dell'autostazione
una decina di extracomunitari si abbracciavano e
ballavano. Mi sono fermato per capire: mi hanno detto, con il sorriso, di
starmene buono, che tra poco comanderanno loro e che
la loro era una danza in onore dei kamikaze». Il teste si
chiama Erminio Gamberini, è un omone grande e grosso sulla sessantina, fa l'artigiano
e a Cento lo conoscono tutti. Fanatico del body-building, racconta d'essere
«amico di Schwarzenegger», di non essere mai andato a trovarlo a Los Angeles
«per paura dell'aereo» e di essere culo e camicia
anche con Lou Ferrigno, l'«Incredibile Hulk». Ignoto o quasi ai parroci della
zona, è però un crociato del crocifisso, che minacciò
tempo fa di affiggere in tutte le scuole: «Li ho fatti fare apposta». Nemico
giurato degli immigrati, gira con un basco e un manganello e al
Corriere si presenta così: «Sono il capo dei Guardian Angels». Al
giornale regionale, conoscendolo, non lo prendono troppo sul serio. Ma il
giorno dopo le bombe di Londra, con tutte le polemiche
in corso... Fatto sta che la notizia, troppo ghiotta, esce: «Un testimone di
Cento racconta così il suo personale incontro con l'orrore». I carabinieri
fanno un salto sulla sedia: ma come, un ballo in piazza per festeggiare le
bombe di Londra? Aprono un'inchiesta, ascoltano la gente che vive in zona, si
fanno raccontare i fatti dall'autore della denuncia. E giungono
alla conclusione che, minimo minimo, la notizia è stata, diciamo così,
molto gonfiata. Il quotidiano locale concorrente fa un'inchiesta parallela.
Parla coi vicini: niente. Parla con la donna, Paola
Ortensi, che gestisce il bar della Stazione:
nonostante abbia buoni motivi per lamentarsi di certi gruppetti di immigrati
che battono la zona, dice che, spiacente, anche lei non ne sa nulla. Parla con
gli esponenti più in vista della comunità straniera e quelli non solo cadono
dalle nuvole ma condannano durissimi la carneficina londinese. Il Comune
stesso, retto da una giunta civica, si dà da fare per accertare i fatti e fa un
comunicato per spiegare che, al massimo, si è trattato di un
equivoco tra un cittadino esasperato e «quattro ubriachi». Anche il parroco
Alfredo Pizzi, che sta a Cento da 45 anni e conosce
sia l'Erminio sia moltissimi extracomunitari, non ha dubbi: «È
un fatto che non ha fondamento». Ma come la fermi un' onda
ormai partita? Mario Borghezio, raccolti un po' di giustizieri, si precipita
«per dare una ripulita a Cento». E TelePadania manda in onda indignati servizi
che raccontano del ballo per le bombe di Londra e mostrano le immagini di uomini dalla faccia araba che danzano isterici davanti
alle telecamere. «Immagini da vomitare! Vomitare!» tuona col
Corriere Roberto Calderoli. «Agghiaccianti» concorda Roberto Castelli
nel suo articolo sulla Padania di ieri. Il «dramma italiano» spiega «è tutto
qui»: nel fatto che «le immagini di decine di extracomunitari
che in una piazza di una città italiana brindano e ballano per festeggiare l'attentato
di Londra» si vedano solo su Telepadania e «indignano solo gli uomini della
Lega». Altro che «i buonisti, i masso-comunisti, i
catto-musulmani»! Tutti ciechi: guardano la realtà con «deformanti lenti
ideologiche». Nel frattempo, resta quella curiosità: cos'è successo
esattamente, a Cento? «Acqua passata» risponde rude il sedicente amico di
Schwarzenegger. Acqua passata? Coi corpi delle vittime
di Londra ancora caldi? «È andata come dico io, e basta».
E come mai non si trova un solo altro testimone? «Perché hanno tutti paura degli islamici». Ma almeno i cameramen di «TelePadania»!
Almeno loro che riprendevano la scena potrebbero
parlare! «Io non ho visto telecamere». Prego? «Son
venute per il corteo leghista. Ma la sera, lì, non le ho
viste. Ovvio! Come potevano venire le telecamere, no? Ragioni! Lei fa il
giornalista: ragioni!». Appunto: se c' era solo l'Erminio,
come hanno fatto quelli di «TelePadania» a riprendere tutto? «Filmati?
Ma quali filmati!» sbuffa Annalisa Bregoli, il sindaco alla guida di una giunta civica vicina alla destra: «Lo conosciamo l'uomo.
È uno così. Che gira col manganello per provocare reazioni».
Vuol dire che forse cercava la rissa e qualche ubriaco gli ha risposto con una
battuta idiota? «Può essere. Certo noi qui non abbiamo problemi particolari con
gli immigrati. E, se lo dico io che non sono di sinistra e neanche buonista, mi
può credere». Ma insomma: quei filmati? Max Ferrari, il direttore di
«TelePadania», sbanda un po' : «Noi la notizia abbiamo
cercato di accertarla. E ci siamo convinti che era buona. Certo,
i filmati non potevamo averli». E allora? Cede all'onestà: «Ci siamo
arrangiati con immagini di repertorio, girate da
un'altra parte dopo l'11 settembre». Roba d'archivio.
Montata in modo tale da confondere non solo la gente comune che stava davanti
alla tivù, ma anche due uomini di governo come
Calderoli e Castelli che, diciamolo, si sono lasciati un po' andare. Come
potevano dubitare di «TelePadania»? E pensare che di solito
sono così sobri e prudenti...
Gian Antonio Stella
Corriere
della Sera di lunedì 18 luglio 2005