L' ECONOMIA LIBERATA
E I SUOI VANTAGGI
Due anni
fa il Cile liberalizzò la grande distribuzione. Aprì
il mercato domestico a Wal- Mart, la catena che grazie a
una straordinaria organizzazione riesce a vendere i propri prodotti a prezzi
stracciati. Poi liberalizzò le farmacie, consentendo ai supermercati di
assumere farmacisti. Il governo cileno permise ai supermercati di aprire punti
di vendita al proprio interno, consentendo l'esposizione di tutti i farmaci da
banco sugli scaffali. L'effetto di queste liberalizzazioni
sui prezzi fu straordinario: l'inflazione, che correva al 4 per cento l'anno,
in pochi mesi si arrestò. All'inizio del 2004 i prezzi scendevano e anche la
crescita dei salari si era arrestata, ma non il loro potere di
acquisto che grazie alla caduta dei prezzi aumentò. Con salari fermi
migliorò anche la competitività delle imprese cilene, e con essa
esportazioni e investimenti. Alla fine ci guadagnarono tutti, consumatori,
imprese, lavoratori: tutti tranne quei ricchi farmacisti e negozianti che
videro svanire le loro rendite. Le banche in Israele hanno molti dei difetti
delle banche italiane: sono poche, con scarsa concorrenza e controllano il
risparmio delle famiglie poiché possiedono tutti i
fondi di investimento. La scarsa concorrenza danneggia le imprese; la
concentrazione negli stessi soggetti dell'attività di impiego
e gestione del risparmio impedisce una salutare interazione tra interessi
contrapposti, con potenziale pregiudizio per i risparmiatori (vedi Cirio e
Parmalat). Stanley Fischer, il nuovo governatore della banca centrale (dopo
essere stato per 10 anni il numero due del Fondo monetario internazionale),
arrivato a Gerusalemme all'inizio di quest'anno, ha obbligato le banche a
vendere i loro fondi. Apriti cielo! Ma anziché dar loro
ascolto Ariel Sharon, il primo ministro, ha sostenuto il suo governatore.
Oggi i risparmiatori israeliani sono più tutelati, e le banche hanno perso un
po' delle loro ricche rendite. L' aumento del prezzo del petrolio (in un anno è
quasi raddoppiato) comporta un grande trasferimento di
ricchezza dai Paesi che lo consumano a quelli che lo producono. In Europa la
Banca centrale europea si preoccupa perché il naturale tentativo dei sindacati
di impedire che siano i lavoratori dipendenti i soli a pagare - attraverso una
caduta del loro potere d'acquisto - rischia di provocare maggiore
disoccupazione e maggiore inflazione. A quel punto la
banca dovrebbe aumentare i tassi di interesse, accentuando
il rallentamento dell'economia. Ma perché devono
essere lavoratori e imprese a pagare? Non sarebbe meglio prelevare la ricchezza
che deve essere trasferita a chi vive di comode rendite, dalle banche ai
rentiers del settore immobiliare, ai farmacisti? Alan Greenspan, il presidente
della Federal Reserve, non è invece preoccupato dal petrolio. Da tempo ha
smesso di fidarsi delle statistiche macroeconomiche: ogni mattina chiede che
cosa hanno fatto durante la notte i cinque aerei che la Federal Express fa
volare vuoti nel cielo degli Stati Uniti, pronti ad
atterrare là dove il numero di pacchi da trasportare fosse maggiore del
previsto e gli aerei locali non bastassero. In queste settimane, proprio in
previsione di un rallentamento delle vendite nel periodo natalizio, Wal-Mart ha
già abbassato i prezzi e raramente i cinque aerei della Federal Express
attendono vuoti il sorgere dell' alba.
Francesco Giavazzi
Corriere
della Sera Economia di lunedì