Veronesi assolve lo smog «Certi cibi fanno peggio»

 

ROMA - «Molto peggio la polenta o il latte dell'inquinamento atmosferico come causa di tumore». Nella sala dell'ex cinema Etoile Umberto Veronesi mostra sul grafico come questi ed altri cibi possono contenere percentuali di sostanze cancerogene doppie rispetto a quelle consentite: «Il 30% delle neoplasie sono collegate all'alimentazione mentre allo smog possiamo addebitarne dall'1 al 4%. Altro fattore di rischio sono le infezioni, come l'epatite B o C, alle quali si fa risalire il 18% di queste malattie». Il resto lo fa il fumo. Però tra gli alimenti attribuisce un vantaggio a quelli Ogm: «Il rischio si riduce nel mais geneticamente modificato, concepito per resistere alla piralide, parassita che scava buchi nella pianta dove si insediano le tossine», spiega l'oncologo noto tra l'altro per sostenere il biotec. Affermazioni che, al di là del prestigio dell'oratore, sarebbero forse passate inosservate in tempi normali. Non in un periodo di targhe alterne e blocchi del traffico che impongono ai cittadini sacrifici. E tutti a chiedersi: «Ci farà almeno bene alla salute?». Veronesi nel suo intervento durante un convegno sulla comunicazione ambientale non risponde di no, ma sposta l'attenzione dai motori alla tavola. Benzene, polveri sottili e altri inquinanti vanno almeno in parte scagionati perché «un quarto dei tumori dipendono dai cibi - spiega -. Guardate i preoccupanti livelli di aflatossine e micotossine cancerogene in latte e polenta. Nella farina di mais si arriva fino a valori superiori del 70% rispetto a quelli normali, nel latte gli sforamenti toccano quota 57%». D' accordo con Veronesi, ma preoccupati, i suoi colleghi medici. Molti temono che adesso i cittadini arrivino a banalizzare. Concludendo che la nostra salute, e le malattie più gravi, non dipendono dalla qualità dell'aria ma da quella degli alimenti. Walter Canonica, presidente fino allo scorso anno della Società italiana di medicina respiratoria ricorda che ci sono malattie molto gravi da inquinamento atmosferico. La broncopneumopatia cronica ostruttiva, la Bcpo: «Sarà nel 2020 la terza causa di morte nel mondo, è l'unico fattore di mortalità in aumento. Poi ci sono le forme di asma allergica. L'8% degli italiani ne hanno sofferto almeno una volta. Insomma, non bisogna abbassare la guardia sullo smog, perché è causa scatenante di una serie di patologie di importante impatto sociale». Roberto Labianca, presidente dell' Aiom, l' associazione degli oncologi italiani, si allinea con Veronesi: «Ha voluto distruggere l'alibi dei fumatori. Pensano che sia inutile smettere perché intanto i danni ai polmoni vengono dallo smog. Invece non è vero, i tumori da inquinamento sono al massimo il 4% tra quelli polmonari e delle alte vie respiratorie». Il tossicologo Alberto Mantovani, dipartimento sanità alimentare e animale dell'Istituto superiore di sanità, cita i danni indiretti dell'aria avvelenata: «Veronesi ha parzialmente ragione quando insiste sui cancerogeni naturali, come le aflatossine, prodotte da muffe presenti nei cereali. Non dimentichiamo però che nella catena alimentare vanno a finire contaminanti chimici come diossine e metalli pesanti. Conviene sempre insistere sulle politiche antismog. Non vorrei che qualcuno si senta autorizzato a trascurare il problema».

 

Margherita De Bac

 

 

Garattini: è sbagliato creare delle illusioni la pericolosità dell'aria si vedrà tra 10 anni

 

ROMA - «E' vero, oggi la situazione è esattamente quella tracciata da Veronesi con le percentuali. L'inquinamento atmosferico rispetto ad altri fattori è meno importante come causa di tumori. Ma chi sa prevedere se tra dieci anni potremo arrivare alle stesse conclusioni? Chissà che l'immissione nell'aria di nuove sostanze tossiche non ci costringa a invertire i numeri?». Silvio Garattini, con febbre e voce rauca («ma non è lo smog») analizza il problema a lungo termine. Cerca di immaginare come potrebbe modificarsi in futuro l'aria che respiriamo. Il farmacologo dell'istituto Mario Negri si pone una serie di domande. Abbiamo informazioni allarmanti sulle prospettive future? Lo smog potrebbe minacciare in modo più preoccupante la nostra salute? «In realtà il problema non è studiato a sufficienza. Credo che sia necessario dedicare maggiore investimenti nella ricerca in questo campo anche per conoscere e valutare i danni reali prodotti dalle sostanze nocive che respiriamo. In attesa di risposte certe è quindi necessario non sottovalutare la questione». E' dunque favorevole ai provvedimenti anti-smog attuati in Italia? «Sì, ma credo che non si dovrebbe lasciare ai Comuni l'iniziativa. Una task force dovrebbe decidere le politiche sulla qualità dell'aria da applicare a livello nazionale. Basta con queste iniziative tampone, se i valori di certe sostanze nell'atmosfera vengono superati è urgente studiare contromisure non legate all'emergenza». Cosa ne pensa delle affermazioni di Umberto Veronesi? «Sono ovviamente corrette, ma le sue parole non devono farci illudere che lo smog sia meno pericoloso del fumo o dell'alimentazione o delle infezioni. Non esistono solo i tumori, ma molte altre malattie dell'apparato respiratorio e poi allergie, asma, bronchiti. Inoltre l'inquinamento, abbinato al fumo di sigaretta, aumenta la possibilità di sviluppare il cancro e questo bisogna dirlo». Smog più sigaretta, un'alleanza deleteria? «Basta guardare i numeri. In Italia ci sono 14 milioni di fumatori e, fra loro, cinque milioni accendono più di venti sigarette al giorno». Un problema poco studiato? «Ancora oggi è difficile mettere in relazione un tumore con un determinato fattore di tipo ambientale o altro. In genere si tratta di un'intersecazione di cause. Lo smog in fondo è un fenomeno nuovo e il cancro è la fase conclusiva di un processo che può durare anche dieci anni. Ci sono ancora diversi interrogativi in sospeso». 

 

Margherita De Bac

 

Corriere della Sera di martedì 15 marzo 2005

 

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