Liste d’attesa in
bilico tra domanda e offerta
Le liste di attesa sono uno dei problemi costantemente all’attenzione
dei sistemi sanitari pubblici e, probabilmente, anche uno dei più complessi che
questi ultimi si trovano a dover affrontare.
La loro
complessità risiede innanzitutto nella molteplicità dei fattori che le
determinano. Da una parte, infatti, le liste di attesa
sono una caratteristica strutturale nel contesto dei sistemi sanitari in cui i
pazienti non sono chiamati a pagare le prestazioni di tasca propria
(direttamente o attraverso le proprie assicurazioni). Laddove l’accesso a
questi ultimi non è determinato dal costo per il paziente e, quindidalla
possibilità/disponibilità a pagare, è il tempo di accesso
che ha di fatto il ruolo di trovare un equilibrio tra domanda di servizi e un’offerta
che, in un quadro di risorse per definizione definite, non può essre
illimitata. Dall’altra riconoscono un insieme di concause che vanno dall’inadeguatezza
dell’offerta a fronte di una crescente domanda di
servizi e prestazioni sanitarie, all’evoluzione tecnologica e organizativa
della pratica clinica che induce, tra l’altro, a un abbassamento della soglia
di accesso agli interventi.
Le scelte di
politica sanitaria adottate nei vari contesti
internazionali possono essere schematicamente riassunte nelle diverse tipologie
illustrate in tabella, peraltro rimandando il lettore interessato ad
approfondire a due specifici documenti prodotti recentemente dall’Oecd (1 –
Hurst J e Siciliani L., “Tackling excessivwe waiting times for elective
surgery: a comparison of policies in twelve Oecd countries”. 6.
2003. Paris, Oecd. Working Papers.
– 2 – Siciliani L and Hurst J. “Explaining waiting times variations for
elective surgery across Oecd contries”. 7. 2003. Paris, Oecd.
Working Papers).
Come si vede, le
diverse strategie sono classificate in funzione dell’ambito in cui esercitano la propria azione principale. Quelle relativamente
più frequentate (ad esempio in Inghilterra, Olanda,
Spagna, Svezia, Australia) sono le politiche di intervento sull’offerta e
quelle volte ad agire direttamente sui tempi di attesa. Probabilmente anche perché
consentono di ottenere risultati tangibili sul breve
periodo e corrispondono a iniziative di elevata visibilità politica e di
impatto sulla pubblica opinione. Forse il Paese in cui entrambe queste
strategie sono styate più intensivamente adottate è l’Inghilterra, dove anche l’iniziativa
avviata recentemente con la costituzione dei Treatment centres rappresenta
appunto un chiaro esempio di politica finalizzata ad aumentare la capacità
produttiva attraverso massicci investimenti per l’istituzione di nuovi centri
erogatori (solo parte
dei quali è di proprietà del servizio sanitario pubblico, essendo envece la
gran parte di proprietà privata) finalizzati esclusivamente a interventi
diagnostici e chirurgici di tipo elettivo, con lo scopo dichiarato di smaltire
le attese.
Un fenomeno con
molteplici possibili cause come quello delle liste di attesa
richiederebbe, per essere affrontato adeguatamente, un’identificazione dei suoi
principali determinanti in un dato contesto e l’adozione di iniziative
composite, che sappiano combinare gli stimoli all’incremento alla produttività
nei servizi – laddove effettivamente necessari, con l’attenzione all’appropriatezza
clinica delle indicazioni di utilizzo degli interventi, attraverso gli
strumenti di governo della domanda.
Infatti, le
politiche orientate soltanto ad aumentare l’offerta sono destinate
ad avere un effetto solo nel breve-medio periodo. Il risultato è destinato a
svanire, più o meno rapidamente, a fronte delle dinamiche
cliniche, organizzative, tecnologiche che caratterizzano la pratica clinica e
che fanno sì che il problema si ripresenti. A esempio,
al variare dei tempi di attesa, si modificano le attitudini dei professionisti
e vengono nuovamente prescritte prestazioni che il medico non avrebbe richiesto
proprio perché i tempi di accesso sarebbero stati troppo lunghi. Gli incrementi
di risorse immessi nei servizi per un’espansione dei volumi diofferta avvengono
nel contesto del contemporaneo cambiamento di altri
elementi che ne riducono o annullano l’effetto.
A fronte dell’ineludibilità
sostanziale di iniziative volte al governo della
domanda, attraverso linee guida che esplicitino le indicazioni appropriate di
utilizzo degli interventi e l’assegnazione dei tempi di accesso funzionali ai
bisogni assistenziali sulla base di criteri clinici di priorità, occorre
considerare le difficoltà legate da una parte allo sviluppo di strumenti che
riflettano il più possibile le conoscenze scientifiche diponibili e dall’altra
alla loro adozione nella pratica clinica. Da questa
prospettiva, il problema, affrontato sabato 5 marzo a Udine nell’ambito del
convegno “Liste d’attesa: dalle critiche agli impegni” incontra il tema
più generale dell’efficacia degli strtumenti per orientare i comportamenti
professionali verso maggiore appropriatezza clinica.
Roberto Grilli
Area Governo clinico
Agezia sanitaria regionale dell’Emilia Romagna
Le strategie anti/lista |
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Politiche |
Target |
Problemi |
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Offerta |
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Domanda |
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Tempi di attesa |
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