Quando
Bossi voleva la Padania nell'euro
Roberto
Maroni propone un referendum per il ritorno alla lira. Roberto Calderoli accusa
il Presidente della Repubblica di essere «uno di quelli che ha spinto perché il
nostro Paese entrasse a tutti i costi nell'euro. Oggi è dura accettare una sconfitta,
che però va accettata». Dopo la presa di distanza del Presidente del Consiglio,
Calderoli precisa che il suo attacco non era rivolto al Presidente della
Repubblica ma, insiste, «ai veri responsabili di questa situazione, Romano
Prodi e il centrosinistra». Sarebbe far torto ai due ministri non prendere sul
serio le loro dichiarazioni. E sarebbe far torto ai lettori non ricordare quale
fosse la posizione del partito, del quale i due ministri sono esponenti di
spicco, nella fase delle difficili decisioni sul varo dell'euro. Ho ricordi
precisi di quella fase, che vissi da Bruxelles. Nell'agosto 1996 in vista della
dichiarazione di indipendenza della Padania e della formazione del Governo
padano - avvenute a Venezia il 15 settembre - Umberto Bossi scrive al Presidente
della Commissione europea Jacques Santer, chiedendo indicazioni su come far
aderire la Padania all'Unione economica e monetaria fin dall'inizio, previsto
per il primo gennaio 1999. Qualche tempo prima (3 marzo 1995), in una dura
dichiarazione all'Ansa riguardante Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, Roberto
Calderoli si era riferito alla lira come «la nostra moneta ridotta a carta
straccia». Il 2 settembre 1996 il portavoce di Santer dichiara inammissibile la
richiesta di Bossi di far entrare nell'euro la sola Padania. Il 17 giugno 2001
- due anni e mezzo dopo la nascita dell'euro - nel suo intervento di Pontida
Umberto Bossi afferma: «Per quel che ci riguarda, se la lira non fosse entrata
nell'euro, allora non sarebbero fallite soltanto le grandi imprese italiane, ma
anche le piccole imprese perché il costo del danaro e l'inflazione sarebbero
saliti alle stelle e sarebbe sopraggiunta la frantumazione dello Stato
italiano, cioè la secessione. Noi avevamo coscienza che se gli avvenimenti
fossero andati in quel modo avremmo dovuto immediatamente indirizzare il
processo politico verso uno Stato nazionale padano per garantirci la
democrazia».
Mario Monti