L' America chiede scusa per il linciaggio dei neri

 

Solo nel ' 68 fu proibita la « giustizia » popolare, che fece 4.743 vittime

Domani la cerimonia formale al Senato: presente l' unico sopravvissuto, il 91enne Cameron scampato alla morte in extremis

WASHINGTON - Domani sera, il Senato chiederà formalmente scusa ai neri e altre minoranze per avere bocciato 104 anni fa la prima proposta di legge federale contro il «lynching» il pubblico linciaggio, l'impiccagione in particolare, e per averne bocciate numerose altre fino al 1968. Secondo i dati ufficiali, che potrebbero errare per difetto, tra il 1882 e il 1968 la disumana giustizia sommaria popolare fece 4.743 vittime, di cui 1.297 «non nere»: immigrati italiani, cinesi, messicani e così via. Tra i testimoni al Senato, ci sarà l'unico sopravvissuto della storia a un «lynching», James Cameron, un nero di 91 anni di Marion, nell'Indiana. Ha dichiarato il senatore repubblicano George Allen della Virginia, autore della risoluzione di scuse assieme con la senatrice Mary Landrieu della Lousiana: «E' troppo poco ed è troppo tardi, ma è necessario: l'America deve prendere atto che non protesse sempre i diritti umani». Janet Langhart, la moglie nera dell'ex ministro della Difesa bianco William Cohen, inquadra la risoluzione del Senato in un più ampio tentativo del Paese di riscattarsi dal passato razzista. La Langhart, che ha scritto un libro, La mia vita in due Americhe, sul segregazionismo e sul linciaggio di un antenato, Jimmy Gillenwaters, nel 1912, osserva che domani verrà anche formata una giuria per la riapertura del processo sull'assassinio di tre esponenti dei diritti civili nel 1964 a opera degli incappucciati bianchi del Ku Klux Klan, un caso reso celebre dal film Mississippi Burning, e che la scorsa settimana l'Fbi riesumò i resti di Emmett Till, un ragazzo nero di 14 anni torturato e ucciso sempre nel Mississippi nel 1955. E ricorda la nascita dell'Istituto di riconciliazione razziale dell'Università del Mississippi, del Comitato per le scuse formali, e di numerose Commissioni locali, sulla scia della Campagna del dialogo nazionale del presidente Clinton nel 1997. Il traumatico riesame di uno dei capitoli più bui della storia Usa, in corso da alcuni anni, ha sinora portato a 22 nuovi processi e alla condanna di 16 anziani membri del Ku Klux Klan nel profondo Sud: un altro incappucciato, Ray Edgar Killen di 80 anni, sarà chiamato a rispondere della vita dei tre giovani lavoratori umanitari, James Chaney, Andy Goodman e Michael Scherner, nel caso di Mississippi Burning. Il senso di colpa collettivo ha inoltre spinto autorità e media, tra cui il quotidiano Clarion Ledger di Birmingham nell'Alabama, a chiedere pubblicamente scusa ai neri per non averli difesi e avere nascosto la verità per un secolo. Ma è stato un libro di spaventose fotografie sul «lynching», Senza santuario, oggetto di mostre in tutto il Paese, a scuotere il Senato. «L'America ha capito che questo fu l'Olocausto americano», ha commentato Mark Planning, un lobbista del Comitato per le scuse formali. Lawrence Guyot, un dirigente del movimento dei diritti civili, ha spiegato che cosa fosse il linciaggio. «Non era sempre una esecuzione segreta, spesso era un carnevale in piena impunità a cui assistevano anche donne e bambini, dove si mangiava e si beveva. I giornali anticipavano data e località dello spettacolo, le scuole e i negozi chiudevano i battenti in suo onore, le ferrovie fornivano appositi trasporti, e i cadaveri venivano esibiti per giorni e giorni. Si asportavano le dita e le orecchie come souvenir, si scattavano fotografie». Di più: «Gli atroci assassinii, talora preceduti da torture, erano socialmente accettabili, un monito ai neri a rispettare il mutuo codice razziale». Invano 7 presidenti, da Benjamin Harrison nel 1891 in poi, e personalità della cultura come Mark Twain si opposero alla barbarie: ancora nel 1938, il Senato dibatté invano la sua abolizione per un mese e mezzo, e il suo « no » apparve un implicito avallo del «lynching». Bastava un nonnulla a provocare quello che Mark Planning chiama «il terrorismo della folla»: il complimento di un ragazzo nero a una bianca, come accadde al quattordicenne Emmett Till nel 1955; o il sospetto che si trattasse di criminali, come capitò ad alcuni italiani a New Orleans all'inizio dello scorso secolo (a titolo di risarcimento danni, il dipartimento di Stato pagò all'Italia, alla Cina e al Messico mezzo milione di dollari, somma allora enorme). Il record dei linciaggi fu stabilito dal Mississippi, 581, seguito dalla Georgia, 531, e dal Texas, 493. Solo quattro Stati del Nord Est non se ne macchiarono mai: il Massachusetts, il New Hampshire, Rhode Island e il Vermont. Il novantenne James Cameron, l'unico sopravvissuto, deve la sua salvezza alla carità della famiglia bianca che era accusato di avere offeso: portava già il cappio al collo quando essa gridò tra il pubblico «No, è innocente!». La senatrice Landrieu ha chiesto che Senza santuario venga messo agli atti del Congresso. Contiene una cartolina agghiacciante del 1915 che nessuno deve dimenticare, ha detto. Un cadavere bruciato, e la scritta: «Questo è il barbecue dell'altra notte: vostro figlio Joe».

 

Ennio Caretto

 

Corriere della sera di domenica 12 giugno 2005

 

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