«Armi in Iraq, i servizi segreti hanno sbagliato»

La commissione d' inchiesta: «Colossale fallimento dell' intelligence Usa». Proposte 74 riforme «In questi tre anni e mezzo la Cia e le altre agenzie non sono migliorate» «Sulle nuove minacce manca materiale attendibile»

 

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON - Più che un rapporto, è una denuncia: la denuncia del «colossale fallimento» della intelligence Usa a cavallo delle stragi del settembre 2001. Ed è anche un monito: il monito all'amministrazione Bush che non ha fatto abbastanza per difendere l'America dal rischio di attacchi terroristici con armi di sterminio, e che deve realizzare la più profonda riforma dei servizi segreti della storia americana. Autrice del bruciante rapporto è la Commissione presidenziale diretta dall'ex giudice Laurence Silberman e dall'ex senatore Charles Robb, un repubblicano e un democratico, detta dei 9 saggi dal numero dei membri. In 600 pagine, più 200 secretate, la Commissione ha esaminato le capacità dell'intelligence Usa sulle armi di sterminio» definendole «totalmente inadeguate». Il presidente Bush si è detto d'accordo con «le conclusioni centrali» del rapporto, disponendo che ne vengano attuate le proposte. «Dobbiamo rispondere alle sfide del XXI secolo. L'intelligence non sarà mai perfetta, ma sottovalutare il pericolo potrebbe costare decine di migliaia di vite innocenti».
L' IRAQ - «Enormi sono stati gli errori di valutazione sulle armi di sterminio di Saddam prima della guerra». Il rapporto assolve l'intelligence e l'amministrazione dall'accusa di avere manipolato le informazioni: «Non abbiamo trovato prove di indebite influenze o pressioni» ha dichiarato Robb ai giornalisti. Ma rinfaccia alla Cia di avere mirato ai «titoli dei giornali», avere martellato su dati incerti, e avere delineato «il peggiore scenario possibile» sugli armamenti del rais. Secondo il rapporto, l'intelligence Usa «fu incapace di raccogliere informazioni sull'Iraq, sbagliò le analisi, e spacciò indizi per prove». Il documento cita casi specifici come i presunti laboratori di armi biologiche: l'informazione venne da una spia araba in Germania, «curve ball», poi screditata, e fu avallata dall'allora segretario di Stato Colin Powell, che perdette la propria credibilità.
L' IRAN - Stando al rapporto, in tre anni e mezzo la Cia e le 14 agenzie sorelle dei servizi non sono migliorate. Su altri potenziali nemici (Iran, Siria, Corea del Nord) «c' è una mancanza preoccupante di materiale attendibile». Idem sulle armi di sterminio dei gruppi terroristici: si fa presente che prima la Cia rimase sorpresa delle ricerche di Al Qaeda sulle armi biologiche, ma in seguito ipotizzò che avesse l'antrace, che in realtà non era in grado di sfruttare. Di qui il ritardo dell'amministrazione Bush nel predisporre le difese. In uno dei 13 capitoli, «La resistenza al cambiamento», l' ex giudice Silberman ricorda che «dopo l'attacco giapponese a Pearl Harbour nel '41 esso fu molto rapido: l'America vinse la guerra nel ' 45».
LA RIFORMA - La Commissione ha proposto 74 riforme, una rivoluzione, di cui le principali sono: un coordinamento ferreo della intelligence ad opera del futuro direttore, l'ex ambasciatore all' Onu e a Bagdad John Negroponte; una stretta collaborazione tra tutte le 15 agenzie; la fusione dell'antiterrorismo e dello spionaggio dell'Fbi, in una sola unità; la istituzione di un Centro la proliferazione delle armi di sterminio; l'aumento del bilancio, che peraltro ha giù raggiunto 40 miliardi di dollari annui, 10 miliardi in più di prima del 2001. Ha anche ammonito che la Cia e la Dia (il Pentagono) «sono tra le agenzie più testarde e gelose del proprio potere, e sarà difficile che si subordino al direttore dell'intelligence, cercheranno di aggirarlo». Una stoccata soprattutto al ministro della Difesa Donald Rumsfeld.
BUSH - Dopo la presentazione del rapporto il presidente, affiancato da Silberman e da Robb, ha sottolineato in modo brusco «la pressante necessità di mutamenti fondamentali» e ha sollecitato l'immediato placet del Senato alla nomina di Negroponte. Bush, la cui strategia è stata implicitamente chiamata in causa dai nove saggi, ha aggiunto che il suo consigliere antiterrorismo Fred Towsend «studierà il rapporto e garantirà che siano prese le misure suggerite». Ma sulle riforme pesano dubbi e interrogativi. Il ruolo di Negroponte stesso non è chiaro: a parere della Commissione, ad esempio, il futuro direttore dell'intelligence non ha poteri sufficienti per neutralizzare Rumsfeld.

 

Ennio Caretto

 

Corriere della Sera di venerdì 1 aprile 2005

 

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