CORRIERE DEL VENETO
domenica 28 novembre 2004
IL TRADIMENTO DI
IPPOCRATE
E’ esperienza
abbastanza comune telefonare in ospedale, chiedere una visita e sentirisi porre
il dilemma: con l’impegnativa o a pagamento? Con la prima si entra
in un’interminabile lista d’attesa, con il secondo si ha l’appuntamento
il giorno dopo o poco più e con il medico prescelto. Difficile capire perché ci
sia tanta flessibilità per chi può pagare e tanta rigidità per chi non può. Le
intenzioni della riforma che ha portato le prestazioni
a pagamento intra moenia erano buone.
Si pensava imponendo al medico di optare per un
rapporto esclusivo con il Ssn in cambio di un’indennità e della possibilità di
avere clienti privati, ci sarebbero stati molti vantaggi: medici bravi e molto
ricercati si sarebbero impegnati di più nella struttura pubblica a vantaggio
anche dei non paganti, sarebbero stati più controllati (anche sotto il profilo
fiscale), le tariffe sarebbero state calmierate, le liste d’attesa si sarebbero
accorciate e le stesse strutture pubbliche avrebbero avuto un vantaggio
economico in quanto trattengono una percentuale. Quest’ultimo punto ha però
introdotto un conflitto d’interessi: la struttura che dovrebbe
controllarli ricava vantaggi dalla crescita delle prestazioni a pagamento.
Forzando un po’, ha interesse a dilatare le liste d’attesa.
Da quando è stato
introdotto l’intra moenia, la spesa sanitaria non è diminuita, le liste
d’attesa non si sono accorciate in modo significativo,
la possobilità della scelta del medico ricorrendo all’impegnativa è diventata
un’utopia e nel cittadino è aumentata la sensazione di pagare due volte: una
con il prelievo fiscale e una con la parcella per avere prestazioni in tempi
accettabili. Per convincerlo a pagare una seconda volta bisogna differenziare
il servizio: nessuno pagherebbe una prestazione se
potesse averne una identica gratuitamente. Intanto si comincia a differenziare
il tempo e speriamo che ci si fermi lì.
La recentissima riforma voluta da Sirchia ha eliminato
l’irreversibilità della scelta di rapporto esclusivo e, quindi, ha
rilanciato l’extra moenia. Temo che
avremo così il peggio di entrambi i sistemi. La situazione si complica con il
preoccupante livello di deficit del bilancio sanitario e con i vincoli
finanziari. Visti gli insufficienti risultati nel
controllo dei costi, l’assessore regionale (del Veneto - n.d.r.) Gava,
nell’intervento pubblicato giovedì scorso, propone di scorporare almeno una
parte della spesa sanitaria dal calcolo del deficit per il patto di stabilità.
Non credo verrà concesso. Resteranno i vincoli
finanziari. Bisogna allora riprendere in mano con pazienza l’organizzazione
della sanità, impiegare meglio le risorse, educare i cittadini a un uso più accorto dei servizi sanitari, eliminare gli
sprechi e i comportamenti opportunistici di una parte della classe medica e dei
fornitori di farmaci e di tecnologie sanitarie. Bisogna mobilitare l’impegno di
tutti gli operatori per mantenere livelli elevati di servizio, anche con risorse che non possono più crescere come in passato. Non è
un appello retorico. Il giuramento di Ippocrate, che i
medici spesso ricordano quando si tratta di difendere la sacralità della loro
professione, prevedeva una dedizione totale al paziente. “Purchè non si presenti con l’impegnativa” è stato aggiunto dopo.
Giovanni Costa