Gian Antonio Stella
Portaborse in famiglia
«Governerò come un buon padre di famiglia»,
promise Berlusconi. Elisabetta Casellati,
pasionaria azzurra, annuì commossa. Anche lei, giurò a se stessa, avrebbe governato come una
buona madre di famiglia. Così, appena nominata
sottosegretario, ha assunto come capo della segreteria al ministero
della Salute sua figlia Ludovica. «Grazie, mamma!». «Te lo meriti, amore». I
soliti maliziosi, si sa, diranno che non si tratta di una coincidenza. E
sputeranno fiele dubitando che la selezione sia stata aspra, che siano stati vagliati migliaia di curriculum, che siano
stati consultati i migliori cacciatori di teste o chiamati a colloquio
centinaia di giovani... E rinfacceranno a Silvio Berlusconi
di avere giurato che lui avrebbe «chiuso coi metodi della vecchia politica» e
«sradicato il clientelismo» e risanato lo Stato facendola finita con le
spintarelle e le assunzioni facili. E magari arriveranno a tracciare un
paragone con il caso di Umberto Bossi, che dopo aver
detto che «la natura clientelare dello Stato dopo 150 anni» sarebbe andata in
soffitta in nome dell' «assoluta trasparenza contro ogni forma di corruzione
e clientelismo», ha visto due deputati leghisti europei assumere a Bruxelles
come assistenti accreditati (12.750 euro al mese) suo fratello Franco e suo
figlio Riccardo. Ma la bella Ludovica, nella veste di Capo della Segreteria
del Sottosegretario di Stato (niente smentite: www.ministerosalute.it/ministero/sezMinistero. jsp?label=segr3) assicura anche a nome della genitrice
che non è così.
E spiega, in
una deliziosa intervista al Corriere del Veneto, di avere tutte le carte in
regola: «Ci ho messo dieci anni perché non mi chiamassero "figlia
di" e adesso non vorrei passare per quella aiutata
da mammina». Di più: «Può giudicarmi solo chi mi
conosce sul lavoro e sa bene qual è la mia professionalità, guadagnata sul
campo, dimostrata in ogni incarico che ho avuto».
Certo, a
incrociare nelle banche dati il suo nome con le voci «salute» o «sanità» o
parole simili, si recuperano risultati così scoraggianti (zero carbonella) da
far immaginare che sappia della materia quanto sa del Tamarino
di Edipo o del delfino di fiume del Punjab. Né si
conosce molto delle tappe della carriera manageriale che, sempre nella
cocciuta ostinazione di dimostrare che lei è del tutto
estranea a ogni raccomandazione della madre parlamentare berlusconiana, ha percorso nella berlusconiana
Publitalia, la concessionaria di pubblicità del
gruppo Mediaset.
Dire che sia del
tutto sconosciuta, tuttavia, sarebbe ingiusto. Gli appassionati di
vita mondana e i frequentatori dei siti di «gossip» veneti, infatti, la
conoscono benissimo. Primo: perché passa per una delle più puntuali ospiti di
tutte le feste, i cocktail, i galà e rinfreschi che
vengono organizzati nei locali pubblici e nelle dimore
private dall' Adige al Tagliamento. Secondo: perché da
queste sue frequentazioni trae da qualche tempo una rubrica sul Gazzettino
dal titolo «Think Pink».
Dove c' è grande spazio per la salute e le attività più
salutari. Come le battute di caccia in botte in laguna organizzate da ricchi imprenditori col «servidor de valle». O le vacanze all' isola
d' Elba di «Gabriella Baggini Morato,
meglio nota come Baby dinamicissima imprenditrice padovana» con tutta
la famiglia, il marito Orio, la figlia, il gatto Tolomeo e i cani Sofia,
Riccardo ed Elton. Per non dire della
«incoronazione di Miss Mojito», dei trionfi del «dj Kenny Carpenter
consacrato al successo nel gotha della dance newyorkese»,
delle «serate gastronomiche a tema dedicate al baccalà». Il meglio tuttavia,
dicono gli intenditori, è stata la pubblicazione qualche settimana fa di un
reportage sulle feste del bel mondo a Cortina: «La palma del divertimento è
andata sicuramente al goliardico e pimpante gruppo dei vip padovani
ultracinquantenni, che hanno riservato per l' occasione
malga Staolin: i Vittadello,
gli Stimamiglio, i Brugnolo,
i Cristiani, i Facco, gli Agostosi,
i Rinaldi, la neo sottosegretaria alla Sanità Elisabetta Casellati
Alberti con il marito...». E chi c' era tra le firme
che avevano collaborato al pezzo? Lei, la tenera Ludovica.
Conflitto d' interessi
amorosi? Ma per carità, lo saprà ben la mamma, cos'
è un conflitto. Avvocato, docente universitario, parlamentare di Forza Italia
dal 1994, donna combattiva sempre pronta alla pugna e premiata via via con una serie di incarichi
istituzionali fino alla presidenza della Commissione Sanità (con
soddisfazione di Farmindustria, l' associazione
delle imprese farmaceutiche, generosa di versamenti registrati nei suoi
confronti) e poi alla vicepresidenza del gruppo azzurro al Senato, la Casellati non ha perso occasione, negli anni, per tirar
fuori grinta e fantasia. E un giorno prometteva «entro due settimane» una
specie di «angelo custode» per i tiratardi con l' inserimento in ogni discoteca di «una figura
istituzionale» (un vigile urbano?) in servizio dalle ore 22 in avanti, un
altro sentenziava che «la Rai non è stata mai così pluralista» come in questi
anni azzurri, un' altra sbeffeggiava Romano Prodi per la chioma nero-seppia
bollandolo come un Pinocchio «pronto a negare l' evidenza anche quando
qualcuno avanza sospetti sulla sua capigliatura». Il massimo, però, l' ha
sempre dato sul conflitto d' interessi. E una volta
invitava la sinistra a non aver fretta perché la Casa delle Libertà aveva cose
più urgenti, un' altra tuonava che «la Cdl ha dimostrato che il conflitto d' interessi può
essere risolto», un' altra ancora si compiaceva: «Noi governiamo solo nell' interesse dei cittadini». Va da sé che i suoi
avversari, adesso, l' aspettano al varco. Con tre domande. La prima: dopo la
nomina a sottosegretario ha chiuso l' attività
legale che l' ha vista impegnata fino all' ultimo, per esempio nella difesa
di Stefano Bettarini contro Simona Ventura? La
seconda: come mai non risulta ancora essersi dimessa
dalla carica di amministratore delegato della società finanziaria Esa srl, carica vietata dalla
legge sul conflitto d' interessi? La terza: è vero che la giovane Ludovica ha
avuto al ministero un contratto da 60 mila euro l' anno,
cioè quasi il doppio di quanto guadagna un funzionario ministeriale del 9°
livello con quindici anni di anzianità?
Il
Corriere della Sera di martedì 15 febbraio 2005
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