Michele
Serra
Tutto
il papa, minuto per minuto
La
degenza del papa al Policlinico Gemelli ha avuto almeno due conseguenze di
grande rilievo. La prima è che la finestra in alluminio anodizzato della
stanza del papa dovrà essere sostituita perché le migliaia di ore di
riprese tv fisse l'hanno surriscaldata e deformata fino a comprometterne la
stabilità. La seconda è la nascita di un nuovo e fiorente genere mediatico,
il reality-pope, basato sulla trasmissione ininterrotta, in tempo reale,
delle malattie, delle degenze e delle guarigioni del pontefice.
Il record è del Tg1, che domenica 13 marzo per circa sei ore ha
inquadrato in edizione straordinaria la fioriera di un marciapiede e
l'insegna di un bar di Borgo Pio nei cui pressi avrebbe dovuto passare, di
lì a poco, l'automobile che riportava il papa in Vaticano. Il clou della
diretta consisteva nella trentina di secondi nei quali una telecamera
interna all'auto pontificia, identica a quelle montate sul casco di
Schumaker, avrebbe mostrato il papa, di nuca, che aziona l'alzavetri
elettrico e smanetta l'autoradio alla ricerca, inutile, di un'emittente che
trasmetta del buon rock'n'roll e non la noiosissima cronaca del trasbordo
papale.
Nel frattempo (un frattempo interminabile), uno straordinario
telecronista è riuscito a descrivere per ore la lastricatura del percorso,
l'itinerario degli storni sugli alberi circostanti, lo stato di consumo del
battistrada della macchina del papa, il variare delle condizioni meteo nel
quartiere, l'umore delle guardie svizzere, mentre scorrevano le immagini
post-prandiali di Roma deserta.
La trasmissione era molto simile al primo piano di un navigatore
satellitare inceppato, inframmezzato da vedute di San Pietro, zoomate sulla
portineria del Gemelli e i gol di Brescia-Livorno, mandati in onda nei
ritagli di tempo per dare spazio anche alla seconda confessione religiosa
del paese, quella calcistica.
Solo Coppi sul Tourmalet era stato atteso tanto a lungo, ma i tifosi con
l'anchilosi da paracarro almeno non avevano dovuto parlare in un microfono
per l'intera giornata. Il giornalista del Tg1 è stato invece costretto a
parlare per un intero pomeriggio, commentando le inquadrature di mura,
aiuole spartitraffico e strisce pedonali, e al termine della diretta ha
dovuto essere a sua volta sottoposto a tracheotomia.
Le prossime dirette promettono nuove, grandiose novità. Si parla di
una gastroscopia del papa trasmessa integralmente, seguendo il percorso
della sonda dal magazzino fino al reparto analisi, con un'intervista-scoop
al manutentore della sonda e un talk-show finale con il personale medico e
paramedico del Gemelli. Alcuni degenti racconteranno le loro esperienze
cliniche confrontandole con quelle del papa, sollecitati da un giornalista
del Tg1, in pigiama anche lui per metterli a loro agio. Vittorio Sgarbi
commenterà le radiografie meglio riuscite del papa alla luce delle tendenze
dell'arte contemporanea.
Altri special, su tutte le reti: una prima serata su Canale 5
condotta da Enrico Mentana sulle agonie dei precedenti pontefici, con
l'eccezionale documento sonoro degli ultimi colpi di tosse di Paolo VI e la
testimonianza del fiorista che, per bruciare la concorrenza, riuscì a
consegnare personalmente una corona funebre a Pio XII nonostante egli fosse
ancora in vita. Un prezioso documentario sulle finestre del papa, intitolato
"Le finestre del papa", nel quale si succedono spettacolari
inquadrature delle finestre del papa, in Vaticano e al Gemelli, immortalate
in diverse stagioni.
L'autore del documentario, un cineasta
polacco allievo di Zanussi, spera di poter presentare al prossimo meeting di
Rimini anche un nuovo, eccezionale lungometraggio, "La tapparella del
papa", nel quale si vede la finestra di Karol Wojtyla quando abitava in
un condominio di Varsavia, al secondo piano, e alzava e abbassava
personalmente la tapparella ogni mattina e ogni sera, non immaginando che
sarebbe diventato papa e avrebbe avuto un addetto alle persiane.
Infine, è in preparazione una "Paperissima" sui divertentissimi
errori delle riprese tv al Gemelli: si va dalle inquadrature della finestra
sbagliata, quella della camera di un ricoverato per appendicite costretto a
benedire la folla pur di liberarsi dell'assedio dei cameramen, alle
esilaranti immagini della cremazione di un inviato della tivù belga che si
era addormentato nella camera mortuaria.
L'espresso del 24 marzo 2005
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