Michele
Serra
Sulle
orme dell'Anticristo
Chi
è dunque l'Anticristo? La questione è stata autorevolmente riaperta da Ali
Agca che ha chiesto al Vaticano di rivelarne il nome. Alcuni eminenti
demonologhi hanno subito sostenuto che l'Anticristo non può che essere lo
stesso Ali Agca, secondo il principio teologico "gallina che canta ha
fatto l'uovo". Per sopire sul nascere inutili polemiche, il Vaticano ha
rilevato che l'Anticristo è invece Pino Sciumè, un rivenditore di
autoricambi che però sarebbe molto dispiaciuto del suo passato e intenderebbe
chiedere perdono a "Domenica in". La moglie, invece, nega
recisamente e ha presentato ricorso al garante della privacy. Il problema è
che Sciumè, come Anticristo, può reggere a malapena la seconda serata, e gli
inserzionisti pubblicitari hanno già fatto sapere di non essere disposti a
investire un solo euro su una soluzione così mediocre.
Perché, piuttosto, non scegliere l'Anticristo attraverso il reality-show da
realizzare a Fatima, o a Lourdes, o a Rapallo (tanto chi se ne frega),
incoronando il Principe del Male con il televoto? La figura delle pastorelle,
tra l'altro, potrebbe finalmente rimpiazzare quella ormai logora delle veline:
si segnalano già i primi casi di calciatori che trombano con pastorelle,
ulteriore segno del ritorno generalizzato alla spiritualità. Nel frattempo
l'identità dell'Anticristo scuote le coscienze e infiamma le polemiche.
Secondo il quotidiano "Libero" la descrizione tradizionale
dell'Anticristo ("Bestia innominabile, infezione della Terra, nato da
porco") indicherebbe con precisione assoluta un sindacalista dell'Usigrai.
Il quotidiano "La Padania", escludendo che l'Anticristo possa essere
un padano, ritiene di avere identificato l'Anticristo nel cantante napoletano
Nino D'Angelo, assicurando di averlo individuato dopo lunghe e inconfutabili
ricerche: un sondaggio tra i suoi redattori durante la pausa mensa. Oriana
Fallaci propende invece per una figura simbolica, non immediatamente
collegabile a una singola persona, della quale si sa solo che "indossa il
turbante, va sul cammello e parla in arabo". I no-global vedono la più
convincente incarnazione dell'Anticristo nelle multinazionali, e propongono di
abolirle tutte entro mercoledì prossimo, trasformando l'economia mondiale in
una cooperativa no-profit con sede a Salerno. Don Gianni Baget Bozzo,
confermando un generalizzato ritorno alla spiritualità, ha accusato
l'opposizione di avere candidato alle elezioni regionali numerosi adepti
dell'Anticristo, e ha proposto di abolire il suffragio universale o, in
alternativa, di sottoporre gli elettori di sinistra alla prova del fuoco: se a
contatto con le fiamme urlano, il loro voto è nullo. Più pacata la posizione
di Roberto Formigoni, che invita a ragionare: tra i contatti della Compagnia
delle Opere c'è anche l'appalto per la nuova autostrada Lione-Torino-Praga,
che collega il triangolo della magia nera ed è stata costruita in un solo
mese, asfaltandosi da sola durante la notte. Non si può mandare tutto
all'aria per un banale sospetto. Molta impressione ha destato un'infiammata
omelia del pope ortodosso Fatùk, che ha descritto l'Anticristo come un
fanatico pazzo dalle lunghe vesti maleodoranti, dallo sguardo di brace e con
la barba da caprone, finché il suo segretario personale non lo ha interrotto
facendogli notare che sembrava un autoritratto. Sostanziale indifferenza in
Cina e in India e in quasi tutta l'Asia, dove la questione dell'Anticristo non
è molto sentita anche perché pochissimi conoscono Cristo, e la principale
curiosità religiosa sull'Occidente è se Elvis Presley sia o non sia ancora
vivo. L'opinione pubblica, qui da noi, è disorientata: secondo i sondaggi
solo il 2 per cento credeva nell'esistenza dell'Anticristo fino a un secondo
prima che gli venisse posta la domanda "esiste l'Anticristo?" Dopo
la domanda, la percentuale è salita al 76 per cento, con attacchi di panico e
immediata stipula di assicurazioni sulla vita e contro gli incidenti
domestici, a conferma di un generalizzato ritorno alla spiritualità.
L'espresso
del 3 marzo 2005
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