Michele
Serra
Togliatti
avvelenato da Palmiro
Ha destato sconcerto l'avvelenamento del leader
ucraino Viktor Yushenko da parte del capo dei servizi segreti russi, un
andreottiano naturalizzato. Eppure il veleno è un'arma da sempre molto
usata in politica, anche ai giorni nostri. se ne sa poco perché le
vittime, nel caso riescano a sopravvivere, hanno forte imbarazzo ad
ammettere di essere stati così imbecilli da trangugiare una pozione
fumante offerta dal loro acerrimo nemico durante un pranzo di
riconciliazione, mentre le guardie del corpo si davano di gomito
sogghignando. Usatissimi i veleni che non lasciano tracce, come la
misteriosa sostanza che ha trasformato Francesco Rutelli in cristiano
rinato. Ma c'è chi non si fa scrupolo di adoperare veleni che lasciano
tracce visibilissime, come l'intruglio che ha ridotto Piero Fassino a uno
spaventoso scheletro. Ecco, comunque, i fatti più eclatanti di cui si è
venuti a conoscenza. Bill Clinton rischiò seriamente la vita
durante la relazione con la stagista Lewinsky, una fanatica di Gershwin
che lo odiava per come scempiava al sassofono la Rapsodia in Blu. La
ragazza, prima di ogni rapporto orale, si cospargeva le labbra di rossetto
alla stricnina. Clinton si salvò perché, messo sul chi vive
dall'intelligence, si faceva sostituire da un sosia, o dal
sassofono. Celebre il caso di Palmiro Togliatti, riportato alla
luce recentemente dalla storiografia revisionista. A causa della famosa
doppiezza togliattiana, Togliatti tentò più volte di avvelenarsi da solo
per potere accusare Alcide De Gasperi della sua morte e fare poi bella
figura lasciando una lettera ai militanti nella quale invitava alla calma
mentre Gino Bartali vinceva il Tour e Nilde Iotti si risposava con
Vittorio Gassman. Il dettagliato piano andò in fumo solo perché Togliatti,
durante i suoi viaggi in Unione Sovietica, era diventato immune a
qualunque tipo di veleno come chiunque mangi borsh con i cetrioli per due
mesi consecutivi. Altri famosi casi di politici mitridatizzati
sono Gianni De Michelis, che durante il periodo trascorso nelle discoteche
di Riccione dopo le tre di notte arrivava a bere anche la varecchina
direttamente dal secchio della donna delle pulizie pur di fare il
brillante con le ragazze; e Giuseppe Saragat, il leader socialista noto
per la scissione di Franciacorta, sul cui sangue nessun veleno poteva fare
effetto perché, con il tempo, si era trasformato in Nebiolo. Le analisi
post-mortem, sollecitate dal ministero degli Interni, rivelarono globuli
rossi di eccellente retrogusto, leggermente tanninici, e globuli bianchi
dal forte aroma fruttato e dalle gradevoli sfumature perlate. La
storiografia contemporanea, grazie a nuovi strumenti di studio
scientifico, come l'analisi comparata degli archivi e il raddoppio della
dichiarazione dei redditi se si pubblicano articoli sensazionali sui
quotidiani, sta comunque rivedendo molti dei principali episodi della
storia italiana proprio in chiave tossicologica. Per esempio: Benito
Mussolini, quando venne fucilato a Dongo dai gappisti, non è riuscito a
fuggire perché era già morto avvelenato da Winston Churchill? Chi avrebbe
avuto interesse a uccidere con frecce al curaro papa Montini durante
l'Angelus, e perché poi non lo ha fatto? Che cosa avevano messo,
i commessi del Quirinale, nella pipa di Pertini prima della finale del
Bernabeu? Perché, durante le riunioni del centrosinistra per decidere le
liste elettorali e le candidature, sono stati visti fuggire dalla sede
della riunione, terrorizzati, alcuni dei ragni più velenosi del mondo?
Come mai alcuni giocatori della Juventus, durante il recente processo, per
difendersi dalle accuse di avere preso anabolizzanti hanno sollevato la
giuria con una mano sola tenendola sospesa in aria per una
mezz'oretta? Ma soprattutto: chi, e per quale ragione ha
disseminato sui divani di "Porta a Porta" una micidiale sostanza mutagena
che fa dire spaventose stronzate a chiunque sia ospite della
trasmissione?
L'espresso
del 26 dicembre 2004
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