COME VOLEVASI
DIMOSTRARE
Ricordate i proclami altisonanti contro la cosiddetta “libera
professione intramoenia allargata” a suon di
modifiche legislative? Scordateveli. Dopo una stagione urlante ancora una volta
la montagna ha partorito il topolino: l’esercizio della
“libera professione intramoenia
allargata” è prorogata (si dovrebbe scrivere improrogabilmente per aggiungere al
danno -per i cittadini- la beffa) al 31 dicembre 2008. Così ha sancito
con un digrignare di denti
Come
avevo fatto mesi fa affermando che questo istituto non
sarebbe stato tolto (che mago direte..), ora mi permetto di affermare che ci
sono ampie probabilità che questo provvedimento venga approvato entro la
fatidica data del 31 luglio 2007.
Continuo a ribadire che una pacchia del genere
nessun medico l’ha vista mai. Sotto il comodissimo schermo della
“libera professione” all’interno della struttura pubblica uno
può fare quello che vuole e l’importante è che può
farlo rientrando nelle possibilità previste dalla legge istitutiva. Ha
un bel dire
La
“libera professione allargata” (cioè
la possibilità del medico o laureato pubblico di poter fornire
prestazioni a pagamento -da parte del cittadino- anche nel suo studio privato o
nella clinica privata, facendo finta di esercitare sotto l’egida del
Servizio sanitario nazionale) è una delle aberrazioni più
consistenti dell’attuale sistema. Su di esso
viene recitata una commedia ipocrita che sta in questi termini: siccome il SSN
e le Aziende sanitarie pubbliche non hanno provveduto a approntare e mettere in
funzione strutture per poter esercitare la libera professione privata (sic),
allora si è provveduto a permettere in
via transitoria al medico che lo
vuole di poter esercitare in “intramoenia
allargata”. Ora, l’ipocrisia sta nel fatto che la politica vorrebbe
(a parole) chiudere questa transitorietà e i medici dicono siamo
d’accordo ma prima fateci le strutture. Così con questo giochetto
di prestigio che continuerà a tempo indeterminato, a tempo
indeterminato continuerà la “libera professione intramoenia allargata”.
E le liste d’attesa? Beh per quelle si realizzano i Cup che non servono a nulla ma
intanto spostano il problema in avanti.
E i diritti del cittadino? Beh a quelli ci pensino le
associazioni dei diritti…