LE VISITE SPECIALISTICHE

Il 57 per cento sono pagate di tasca propria dagli  italiani.

 

Gli italiani mettono spesso mano al portafoglio quando si sottopongono a una visita specialistica. Nel 57 per cento dei casi, comprese le prestazioni odontoiatriche, i cittadini pagano di tasca propria. Ma se si escludono le cure del dentista, che nel 92 per cento sono interamente a carico del paziente, si scende al 47,8 per cento. Lo specialista privato è preferito anche per le visite ostetrico-ginecologiche (private nel 64,5 per cento dei casi), seguono le visite dietologiche (57 per cento), dermatologiche (52 per cento) e oculistiche (50 per cento). Lo rileva il rapporto Istat su 60.000 famiglie presentato nei giorni scorsi al ministero della Salute. Marche e Umbria si distinguono per le quote più alte di visite a pagamento. Le percentuali più basse si registrano invece in Sardegna e in Sicilia. Si sottopone a visite a pagamento, inoltre, anche chi ha uno status sociale basso (46,8 per cento). Si ricorre a visite e ad accertamenti privati soprattutto per la fiducia nel medico o nella struttura di riferimento (71,5 per cento e 55,0 per cento rispettivamente). Anche per il ricorso alle strutture pubbliche la fiducia nel sanitario resta il motivo prevalente (53 per cento per visite e accertamenti specialistici). Il numero di visite effettuate è aumentato, negli ultimi cinque anni, del 16,7 per cento e ha riguardato soprattutto gli ultra settantacinquenni (+36,7 per cento).

 

Il numero di visite generiche e' cresciuto del 20,5 per cento e quello delle specialistiche del 10,5 per cento. L'incremento complessivo delle visite si verifica in più della metà dei casi per ripetizione di ricette, in 917 mila casi per malattia e 895 mila per controllo dello stato di salute. Tra le visite specialistiche sono più numerose le visite odontoiatriche (26,9 per cento), seguite da quelle ortopediche (11,4 per cento), oculistiche (10,8 per cento) e cardiologiche (9,5 per cento). Aumentano soprattutto le visite urologiche (+35,4 per cento), le cardiologiche (+34,3 per cento), le geriatriche (+33,0 per cento) e le dietologiche (+32,8 per cento). Per quanto riguarda invece gli accertamenti specialistici, il 21 per cento viene fatto a pagamento. Lazio, Puglia, Marche e Sicilia sono le regioni nelle quali più frequentemente i controlli specialistici sono interamente a carico dei cittadini.

 

Fonte Istat

 

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