SANITA’ SOTTO
ASSEDIO
Un recentissimo sondaggio effettuato da una rivista medica
ha bocciato sonoramente la cosiddetta “devolution”.
Sono stati interpellati medici di famiglia di tutt’Italia e il 62% equamente distribuito ha detto no.
Quindi, il tormentone che continua più o
meno da quindici anni non accenna a finire, anzi si arricchisce di nuovi
scenari che rischiano di distruggere definitivamente la sanità pubblica
italiana attraverso una legislazione disorganica e contraddittoria. Tanto per
fare un esempio, si pensi che, mentre da un lato si proclama la totale
competenza regionale, dall’altro nella stessa legge si afferma l’esatto opposto
e cioè che lo Stato è il titolare della salute dei
suoi cittadini.
Un guazzabuglio inestricabile, insomma.
Si pensi che già ora è enormemente
aumentato il ricorso alla Corte costituzionale da parte di Stato e
Regioni (ormai questo contenzioso costituisce il 25% dell’intero impegno della
Corte) su conflitti di competenza rivendicati ora dall’uno, ora dall’altro.
A ciò si aggiungono altre decisioni incredibili come
quella di assegnare (o di arrogarsi) la competenza della ricerca farmacologica alle regioni avviando una ulteriore,
perniciosa frammentazione della ricerca con danni irreversibili alla capacità
dell’industria privata o dei consorzi pubblici di ricerca di ritornare ad
essere protagonisti in un settore tanto importante della salute.
Purtroppo, le parole d’ordine di questi ultimi anni
(autonomia, federalismo, “devolution”, secessione –
che sta tornando di moda -, ecc.) sono state scambiate per un lasciapassare all’autonomia
incontrollata nella migliore delle ipotesi o al “fai da te” nella peggiore ed è
quest’ultima alla quale stiamo assistendo.
Senza per ora alcuna controproposta ragionevole in nome
della tutela del diritto alla salute di ogni
cittadino.