SENZA STRATEGIE DIRITTO ALLA SALUTE A RISCHIO

 

La lettura dei giornali e la visione delle notizie televisive lasciano nel lettore e/o nel telespettatore uno sgradevole sapore di improvvisazione e di confusione.

Si prenda un settore delicato come il sociosanitario, in cui l’Italia e le Regioni nel loro insieme hanno acquisito notevoli benemerenze tanto che i relativi servizi pubblici sono a ragione ritenuti tra i migliori al mondo.

Ecco, in questi ultimi anni la sensazione tramutatasi in certezza è che siamo in totale assenza di cultura e politica sanitaria e che il governo del sistema sia affidato alla buona volontà degli operatori sociosanitari.

In alcune Regioni, che sono per tradizione punto di riferimento nazionale, e dove forte e importante è sempre stata la programmazione, la politica sanitaria naviga completamente a vista dettata solo dalla visione localistica e clientelare di alcuni esponenti di partito, magari incapaci di elaborare una visione politica organica ma molto, molto attenti al consenso spicciolo e redditizio sul piano personale.

La sanità italiana così sprofonda lentamente e inesorabilmente nel silenzio e nell’indifferenza della pubblica opinione incapace, per la confusione di cui parlavamo sopra, di elaborare una minima forma di protesta o pressione nei confronti di chi regge la responsabilità di governo e amministrativa.

Tutto ciò nonostante risulti chiaramente che i cittadini in stragrande maggioranza ribadiscono ancora la loro convinzione nel diritto alla tutela della salute e la loro fiducia nel Servizio sanitario nazionale.

Spetta, quindi, a coloro che possiedono profonde radici culturali il compito di porre argine ad una deriva pericolosa e organizzare la controffensiva culturale e politica all’attuale andazzo.

Ma ce ne sono?

 

 

Roberto Buttura

 

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