I FARMACI
SUL GIORNALE: ISTRUZIONI PER L’USO
Il seguente documento, curato da
Riccardo Renzi (Corriere Salute), Roberto Satolli (Zadig) e Giampaolo Velo (WHO
Reference Centre for Education and Communication in International Drug Monitoring,
VR), rispecchia quanto emerso durante la riunione Farmaci, Media e Comunicazione che il
Corriere Salute – Corriere della Sera e il WHO Reference Centre hanno
organizzato presso l’Università di Verona nell’ottobre 2003.
Ad
essa ha partecipato un numero ristretto di persone di diversa provenienza,
rappresentanti dell’univesità e di istituti di ricerca, giornalisti dell’area
medico scientifica, enti sanitari locali, aziende farmaceutiche e movimento
cittadini.
Dato il grande interesse per la tematica
il documento è aperto alla firma di tutti gli interessati che lo volessero
condividere.
1.
I farmaci sono una componente importante, nella pratica medica, delle moderne
strategie terapeutiche. Proprio perché sono una “componente” che va inserita in
un ambito più ampio, la comunicazione sui farmaci dovrebbe evitare qualsiasi
tono “miracolistico” e di apodittica
esclusività. Riteniamo quindi necessario che qualsiasi farmaco sia presentato
sempre come parte di una terapia, che comprende
altri elementi, anche di natura non farmacologica, e che vada richiamata la competenza medica delle
scelte quando è necessaria. Per lo stesso motivo è doveroso ricordare sempre le
“avvertenze” (indicazioni, controindicazioni ed effetti avversi conosciuti)
della molecola o della classe di molecole di cui si parla. In particolare è
opportuno ricordare che qualsiasi medicinale, se offre vantaggi, presenta
sempre anche rischi. Nello stesso tempo occorre sforzarsi di raccogliere
informazioni che permettano di confrontare la terapia esaminata con altre
terapie esistenti, farmacologiche e non, e indicarne le rispettive indicazioni
e problematiche, perché non è detto che l'ultimo prodotto si confermi migliore
di quelli già noti e collaudati. A maggior ragione tali cautele devono essere
applicate riguardo ai farmaci di automedicazione e alle terapie “non
convenzionali”.
2.
Nello stesso spirito riteniamo di raccomandare altrettanta cautela
nell’annunciare i risultati delle ricerche e delle sperimentazioni riguardanti
non soltanto i futuri farmaci, ma anche tutte le altre pratiche terapeutiche e
diagnostiche. Fermo restando il principio giornalistico che una notizia è
sempre una notizia e che, come tale, va data, è opportuno ricordare che le
notizie di medicina spesso suscitano speranze infondate o comunque
procrastinate nel tempo. D’altra parte le informazioni negative, ancorché
corrette, suscitano spesso un allarme che va al di là della reale portata.
Pensiamo perciò sia importante non solo sottolineare sempre la distanza che c’è
tra l’eventuale scoperta e la pratica clinica, ma anche riportare giudizi
fondati e argomentati sulla qualità della ricerca (numerosità, durata, disegno
dello studio eccetera) e sugli eventuali conflitti di interessi dei
ricercatori. Va ricordato in particolare
che c’è differenza tra uomini e topi e che quindi una sperimentazione sul
modello animale significa ancora molto poco dal punto di vista medico. Bisogna
distinguere i fatti dalle speculazioni e dalle ipotesi.
3.
E’ stata rilevata la tendenza da parte del marketing farmaceutico a spingere
verso una “medicalizzazione farmacologica” di situazioni che non sono, o lo
sono in modo controverso, considerate patologiche. L’obbiettivo è quello di
creare nuovi mercati attraverso complesse e articolate campagne di
comunicazione che coinvolgono anche la stampa con lo scopo di rendere
popolari nuove “sindromi” e nuovi
bisogni di salute. Al di là del dibattito scientifico e delle scelte e
competenze del singolo, riteniamo opportuno sottolineare questo fenomeno e
raccomandare attenzione su questa tendenza e consapevolezza delle reali spinte
del mercato farmaceutico.
4.
Per garantire un’informazione di tale ampio spettro è giusto pretendere la
massima completezza e trasparenza da parte delle nostre fonti, in particolare
dalle aziende farmaceutiche. Le più importanti riviste scientifiche hanno, più
o meno recentemente, deciso di indicare sempre i finanziatori delle ricerche di
cui danno notizia. A maggior ragione è opportuno per un giornalista chiedersi e
chiedere sempre “chi paga” le conferenze stampa e la loro organizzazione, chi è
il cliente dell’agenzia che invia il comunicato stampa, chi finanzia le
ricerche. Sarebbe altrettanto opportuno essere informati sui finanziatori di
fonti apparentemente “neutrali” come società scientifiche, fondazioni e
associazioni di volontariato. Si richiama inoltre l’attenzione sul fatto che
anche i finanziatori pubblici (ministero, università, regioni ed ASL) sono
soggetti interessati. Tutto questo non per alimentare sospetti o dietrologie,
ma per garantirci la correttezza del nostro lavoro ed evitare di essere
inconsapevolmente portavoce di sponsor occulti.
5.
Così come concordiamo nella necessità di chiedere trasparenza, riteniamo
opportuno porci il problema della nostra trasparenza, non tanto del singolo
giornalista (materia che compete all’etica professionale) ma del suo lavoro. E’
abitudine consolidata “nascondere” la fonte di informazione, quando questa è
un’azienda farmaceutica , e tale pratica è motivata anche dalla necessità di
evitare il sospetto di pubblicità ed è, se pure in modo ambiguo, obbligata
dalla stessa legislazione. Noi sentiamo
invece il bisogno di essere più trasparenti nei confronti del lettore e di
indicare esplicitamente, e indipendentemente dal tono positivo o negativo
dell’articolo, le aziende che propongono prodotti farmaceutici o sponsorizzano
studi e ricerche. Pratica che è peraltro in uso in altri paesi. Le fonti
portatrici di interessi particolari (economici o di altra natura) non sono di
per sé prive di interesse o inattendibili, ma dovrebbero essere citate come
tali e sempre confrontate con fonti diverse, indipendenti o portatrici di
interessi contrapposti. Sarebbe opportuno chiedere anche agli esperti, che sono
spesso intervistati per commentare le notizie in campo farmacologico, se vi
sono eventuali interessi personali in gioco.
6.
Riteniamo anche che attenga al normale dovere di completezza non tralasciare le
informazioni che riguardano la disponibilità e l’economia dei farmaci: il loro
costo in relazione alle terapie correnti (e nel caso di classi di farmaci un
confronto diretto di prezzi), il regime con il quale vengono erogati (ricetta o
meno, ticket per chi), la presenza o meno di “generici” della stessa classe.
7.
Ritenendo opportuno discutere anche i propri “conflitti di interesse”, si è
concordato di focalizzare l’attenzione sul tema dei viaggi sponsorizzati per
conferenze stampa, convegni, congressi. A parte il richiamo unanime
all’opportunità di rifiutare viaggi esclusivamente o smaccatamente “turistici”,
non si è raggiunta una posizione comune su questa materia. C’è chi ritiene che
non vada accettata nessuna sponsorizzazione (e quindi nessun tipo di viaggio),
sia per motivi etici, sia perché non si considerano oggi i congressi un’importante
fonte di informazione, sia perché si sostiene che gli eventuali costi di
trasferimento del giornalista debbano essere sempre a carico dell’editore. C’è
invece chi ritiene non compromettente, a fronte di rapporti chiari e
trasparenti con le case farmaceutiche, accettare inviti per congressi
internazionali, convegni e conferenze stampa importanti, valutando tali eventi
una preziosa fonte professionale e considerando che sarebbe penalizzante per le
testate più deboli e per i giornalisti freelance una regola che raccomandasse
il divieto di accettare tali inviti.
Si
è tuttavia convenuto di raccomandare almeno l’opportunità che ciascuna
redazione e ciascun gruppo di lavoro fissi, al proprio interno, regole più
chiare possibili e che tali regole siano rese note.
Alati Gian Luca Maria, Giornalista e
Ospedale
Apolone Giovanni, Istituto di Ricerca
Ascani Massimo, Industria Farmaceutica
Basadonna Olivia, Ente Regionale
Bazzoli Luigi, Giornalista
Benciolini Paolo, Università
Boresi Daniela, Giornalista
Buttura Roberto, Movimento Cittadini
Cappelletti Laura, Consulente di
Comunicazione
Cardosi Leonardo, Giornalista
Criscuolo Domenico, Industria
Farmaceutica
Conforti Anita, Centro di Riferimento
OMS e Università
Di Diodoro Danilo, USL e CIRB
Garattini Silvio, Istituto di Ricerca
Giacomazzi Mara, Ente Regionale
Leone Roberto, Centro di Riferimento OMS
e Università
Masini Emanuela, Università
Meli Elena, Giornalista
Moretti Ugo, Centro di Riferimento OMS e
Università
Morgante Roberto, Giornalista
Nobili Alessandro, Istituto di Ricerca
Parravicini Anna, Istituto di Ricerca
Pegoraro Paolo, Giornalista
Properzi Enrico, Agenzia Comunicazione
Scientifica
Recchia Giuseppe, Industria Farmaceutica
Renzi Riccardo, Giornalista
Ripamonti Luigi, Giornalista
Rizzini Paolo, Industria Farmaceutica
Satolli Roberto, Giornalista
Velo Giampaolo, Centro di Riferimento
OMS e Università
Vergnano Massimo, Consulente di
Comunicazione
Gennaio
2004
Il documento è disponibile in internet all’indirizzo:
http://www.sfm.univr.it/it/farmacimedia.htm
Per aderire al documento contattare il seguente
indirizzo: gpvelo@sfm.univr.it