A
PROPOSITO DI DEVOLUSCION
Già i titoli inducono
alla confusione.
"C'è più Stato nella devolution" spara il Sole24ore-sanità del
28 settembre, "E così Governo cambiò tutto per non cambiare nulla” spiega Andrea
Morrone, professore di diritto costituzionale nell’Università di Bologna, sullo
stesso giornale e continua “…la riforma… è più
semplicemente un pasticcio all’italiana. Il testo condensa
aspirazioni e interessi riconducibili, senza alcuna coerenza o sintesi
politica, alle diverse anime della maggioranza. Quello che ne risulta è un groviglio illeggibile di disposizioni che, non
solo non traducono affatto una qualsiasi idea di Paese, ma non hanno più
nemmeno la parvenza delle norme di una Costituzione.”
Questo trattamento non è riservato ad una qualsiasi legge, ma al testo di modifica della seconda parte della Costituzione approvato dalla Camera dei Deputati con il solo voto della Casa delle Libertà e ora all’esame del Senato che dovrebbe approvarla entro febbraio. L’iter poi prevede la rilettura della Camera con il sì definitivo previsto entro l’estate del prossimo anno e, se i tempi saranno rispettati, di sicuro si andrà al referendum nel 2006.
Prosegue così il tormentone iniziato circa 11 anni fa con importanti modifiche in senso maggioritario delle leggi elettorali, con l’inutile Commissione bicamerale presieduta dall’onorevole D’Alema e con la legge costituzionale votata solo dall’Ulivo nel 2000 e confermata con il referendum del 2001 a cui oggi la Casa delle Libertà vuole rendere la pariglia.
In tutta questa lunga vicenda è mancato totalmente il senso dello stato e lo spessore culturale che dovrebbero contraddistinguere coloro che intendono intraprendere un’opera fondamentale quale quella di aggiornare o dare regole comuni e nuove. Anziché comportarsi con il rigore, la nobiltà e la serietà di padri fondatori, che pure non disdegnano di confrontarsi e di scontrarsi sui principi, hanno preferito il piccolo cabotaggio per riuscire ad infilare nel testo qualcosa di richiama le proprie inclinazioni politiche mantenendo allo stesso tempo la stabilità della coalizione di appartenenza.
La lettura del nuovo testo (faccia un clic chi lo vuole) ha confermato nel sottoscritto l’opinione espressa dal professor Morrone.
In modo particolare, restano oscure le motivazioni che hanno portato alla nuova stesura dell’articolo 117 della Costituzione in cui, dopo aver sbandierato per tanto tempo la devoluscion nella scuola e nella sanità, la Casa delle Libertà ha approvato un testo che riporta i termini della questione nelle stesse e identiche posizioni attuali (allo Stato la potestà della tutela della salute, alle Regioni l’assistenza e l’organizzazione sanitaria), a dimostrazione della generale inadeguatezza culturale causa della straordinaria confusione nella quale versa il nostro sistema politico.
Morrone chiude il suo intervento così: “Cambiare tutto perché nulla cambi, dunque. C’è da chiedersi, però, se sia necessario che l’Italia e la sua Costituzione vengano sottoposte a questo stillicidio!”.
ROBERTO BUTTURA